Una storia che viene dal mare
È la festa patronale, la “festa grande”. Nell’agenda devozionale è l’appuntamento più importante e sentito della tradizione religiosa. Tutta una comunità si stringe attorno alla protettrice, la “Madonna della Madia. Sarà per te un’esperienza unica partecipare a questo evento che richiama migliaia di monopolitani (e non solo) al porto. Secondo la tradizione, la sua immagine, un’icona bizantina raffigurante una Vergine con Bambino, giunse su di una zattera dal mare. La tradizione vuole, infatti, che in sogno la Madonna apparve per ben tre volte ad un uomo devoto di nome Mercurio nel 1117. Erano l’anno in cui il vescovo Romualdo aveva deciso di costruire una nuova e più grande Cattedrale. Purtroppo per motivi economici si dovettero interrompere i lavori poiché mancavano le travi per innalzare la sua volta. Si racconta quindi che la Vergine comparve all’umile Mercurio, spiegandogli che le travi erano al porto. Pertanto lui corse ad avvisare il vescovo, il quale all’inizio non gli credette, ma poi rimase sorpreso: recatosi lì vide realmente una zattera (madia), formata da travi, proprio quelle che erano necessarie per completare la chiesa. Sulla zattera c’era un’icona raffigurante una Madonna con Bambino. Il dipinto venne allora venne portato dai fedeli in processione dopo che la città fu svegliata dal suono delle campane.
Di notte, al porto
Da secoli i monopolitani riservano una grande venerazione alla Madonna della Madia che viene festeggiata ogni anno, oltre che nel corso della rievocazione alla vigilia di Ferragosto, nel giorno della festa patronale, ossia la notte del 16 dicembre, data in cui sarebbe giunta al porto.
Il pellegrinaggio all’alba verso il porto nella tradizione monopolitana è preceduto per molti anche da una nottata di veglia in casa, tra amici e parenti. Una volta si trascorrevano queste ore in preghiera alla Vergine. Oggi la consuetudine è rimasta, soprattutto fra giovani, ma ovviamente la musica, il gioco intorno a una tavola imbandita rendono piacevole la nottata. La zattera della “mamma” dei monopolitani è attesa dal Vescovo, da tutte le confraternite e dalle autorità civili e militari. Il cielo ancora notturno è illuminato a giorno dai fuochi pirotecnici.
L’incredulità del Vescovo Romualdo ha attraversato i secoli e viene riproposta ogni anno attraverso un rituale: il quadro della Madonna per tre volte si nega al Vescovo attuale poi, finalmente, viene preso dal pastore cittadino, elevato alla folla plaudente, mentre tutt’intorno pare che un altro miracolo stia accadendo. Infatti, ogni alito di vento, come ogni fremito di ansia, si placa. Almeno per i credenti. E tutti si sentono un po’ più buoni.
Subito dopo le preghiere di rito, parte la solenne processione, attraversa anche le vie del centro storico rimesse a nuovo dalle luminarie natalizie e approda in Cattedrale per la prima messa. Qui, a casa sua, la Madonna riceve nel corso della giornata un ininterrotto pellegrinaggio di fedeli.
I significati di un rito
La festa patronale, questa grande commemorazione collettiva, deve essere fatta con una rituale ripetitività: bisogna ricreare ogni anno lo stesso clima, lo stesso pathos, la stessa partecipazione dei fedeli, elementi essenziali per la riuscita della celebrazione.
Il passato di questa religiosità popolare viene rivissuto e riattualizzato in sintonia con l’anima, i modi di sentire e di vedere di una comunità, riunita e unita nel nome della Madonna. E per l’occasione del 16 dicembre (e anche il 14 agosto) la città si veste a festa per tenere ben saldo il suo patto con questa “icona”. Si respira un’aria mistica, nella notte del 16 dicembre, quando i monopolitani percorrono la strade che conducono al porto, a cala “Batteria”, dove si può cogliere un’atmosfera spirituale e condivisa nella preghiera e nell’attesa dell’arrivo. Tra la folla assai numerosa la presenza dei bambini strappati al sonno, perché i genitori sentono che è importante che sin da piccoli i figli partecipino a questo rito e alla benedizione comunitaria che è data dal vescovo, ma è come se fosse impartita direttamente dalla Madonna. Il porto (ancora di salvezza per generazioni di pescatori) è entrato nell’immaginario collettivo di una città di mare come immagine di una grande navata centrale di un’ideale Cattedrale. Ai lati le ali di folla mentre il mare sembra non essere più quello di sempre, ma proprio perché attraversato dalla Madonna: diventa acqua benedetta, simbolo di rigenerazione, foriero di nuovo giorno e di nuova vita. Tutti sembrano personaggi di un grande set, in particolare i pescatori, i quali sono molto legati alla Patrona: la levataccia in un mattino di inverno, i volti semiaddormentati e infreddoliti, i bambini, la folla che si accalca come se si trattasse di uno spettacolo mai visto, popolani e ceti più colti fianco a fianco, tutti presi dall’atmosfera fideistica che coinvolge anche i più renitenti. È questa l’occasione in cui tu, insieme a tutta la comunità, ti ritroverai stretto intorno alla sacra icona-modello per pregare, per celebrare la Madonna e scoprire miti, rito e folclore locale. Le travi della zattera sono visibili nel primo altare a destra della Cattedrale. La sacra icona, invece, è custodita sempre in Cattedrale nell’altare detto del Trionfo, in una posizione dominante. Si tratta di un’odegitria, in greco “colei che indica la via”, poiché con la mano indica il Bambin Gesù, via della salvezza per l’umanità. Il Bambino appare come un adulto in miniatura, vestito di abiti regali, con in mano il rotolo della vita.