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PER CHIESE
Sarà un viaggio davvero affascinante quello che ti porterà a scoprire i segni dell’arte sacra in una città in cui la Chiesa ha avuto nella sua storia un ruolo molto importante e di potere. Non è un caso se nel centro storico si registra un’alta concentrazione di chiese, una quasi vicino all’altra. Se ne contano oltre una ventina tra luoghi chiusi e aperti al culto.
La cattedrale
Non potrai salutare Monopoli senza aver respirato il fascino che ti trasmetterà la visita della sua monumentale Cattedrale. Punto di riferimento della spiritualità Mariana, scrigno di tesori d’arte notevoli, la grandiosa chiesa venne eretta nel XII sec. per poi essere riedificata e ampliata in chiave barocca nel XVIII sec. Al suo interno scoprirai una dimensione di vera pace e di profondo senso religioso.
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Nei dintorni (mappe)
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Approfondisci la Cattedrale
Fatta erigere nel XII secolo, per volontà del Vescovo Romualdo, venne poi riedificata e ampliata su quella romanica, tra il 1742 e il 1772, su idee progettuali di due “Maestri Muratori Ingegneri”, Michele Colangiuli e Pietro Magarelli. Dall’esterno ti incanterà la maestosa facciata a due ordini, con tre portali e finestrone centrale, e il suo scenografico muraglione con statue, mentre all’interno, a croce latina, la navata centrale si innalza con un’ampia cupola decorata. Sulla volta dell’abside sorge la cappella superiore, santuario della Madonna della Madia, in cui è custodita la venerata icona bizantina della patrona che, secondo tradizione, approdò miracolosamente a Monopoli su una zattera di travi nella notte del 16 dicembre del 1117. Tra le altre opere che dovrai osservare con attenzione le statue laterali di S. Giuseppe e S. Michele degli scultori Giuseppe Sanmartino e Giovanni Cimafonte, insieme agli affreschi di Pietro Bardellino e M. Signorile. Considerevole il ciclo di opere del De Mura (1755). Sarai affascinato dai vari decori con stucchi, capitelli corinzi, veri e finti marmi, quadri e sculture di notevole pregio che ti accompagneranno nel corso della visita. Per sempre nella tua memoria ti porterai la bellezza imponente del campanile del ‘600 di questa Cattedrale che termina in un curiosa forma a punta di cono.
Chiesa rupestre della Madonna del Soccorso
Anche se un po’ nascosta, difficilmente potrai oltrepassarla senza notare il gruppo scultoreo (XVI sec.). che la sovrasta all’esterno. È un’opera interessante del grande e noto scultore pugliese, Stefano da Putignano. Ma il tuo occhio sarà attratto da quelle profonde scale che ti porteranno nel ventre dell’antica chiesetta rupestre da cui ancora oggi si ode la voce del mare. Perché qui si trovava l’antico “porto canale” della città.
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Approfondisci chiesa rupestre Madonna del Soccorso
Un tempo la chiesa rupestre era sul “porto canale” che, per motivi di protezione, fu poi insabbiato dai Normanni nel 1049. Ad indicare esternamente la presenza di questo luogo di culto un gruppo scultoreo, attribuito a Stefano da Putignano (XVI sec.), in origine appartenuto alla Chiesa di Santa Maria la Nova. All’interno la chiesa rupestre si divide in due ambienti: il naos e il bema. Il primo ambiente era riservato ai fedeli mentre l’altro al clero. È ancora possibile ammirare un affresco, di recente restaurato, raffigurante una “Madonna con Bambino” (odegitria), probabilmente databile intorno al XIII sec.
Chiesa di San Domenico
Nel procedere in direzione largo Plebiscito, dove si trova il Palazzo di Città, ai tuoi occhi, discreta e attraente, si rivelerà questo tempio di bellezza sacra risalente al XVI sec. Maestosa si innalza elegantemente con i suoi ornamenti scultorei. Da ammirare la parte superiore della facciata che è ingentilita dal magnifico rosone.
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Approfondisci chiesa di San Domenico
Sarai subito ammirato dalla sua facciata tardo-cinquecentesca, a tre ordini divisi da colonne e pilastri. Notevole il portale con le cornici ricamate e arricchite da motivi floreali, insieme al magnifico rosone lapideo che catturerà la tua attenzione. Un rapimento che ti coglierà nell’osservare il “Cristo coronato di spine”, “San Domenico” e la “Madonna in trono col Bambino” nella cuspide. Sul timpano la scultura dell’”Ecce Homo”, attribuibile al noto artista Stefano da Putignano. È bene sapere che, sin dal ‘500, grazie ai suoi artisti e letterati, era un riferimento importante per la bellezza che la contraddistingueva. Voluta dai Domenicani, la chiesa, originariamente extra moenia, venne riedificata entro le mura, insieme all’annesso convento. L’interno della chiesa è scandito da tre navate con un’alta cupola e una ricca abside che richiama lo stile gotico. Si incalzano anche gli stili: il gotico appare a ridosso della cupola rinascimentale. Inoltre alle sofisticate, manierate cornici delle porte ai lati dell’abside, rispondono le tarantole degli altari del Salento. Da guardare con attenzione il dipinto che decora il soffitto ligneo della navata centrale (1703), opera di Gerolamo Cenatiempo, in cui San Domenico è presente. Ancora presente nel dipinto di Palma il Giovane, sulla parete sinistra del transetto, visitato da tre Sante, nel miracolo di Soriano. Altrettanto notevoli la cantoria e il pulpito in legno. Inoltre, importanti sono le diverse opere pittoriche e gli sfarzosi altari di scuola napoletana e leccese.
Chiesa di San Francesco d’Assisi
Situata in largo Plebiscito, tra la zona murattiana e il centro storico, prima di percorre l’antica “strada dei mercanti” (via Garibaldi), incrocerai la chiesa di S. Francesco d’Assisi dei Minori Conventuali, portata a termine nel 1749, sotto la guida di Michele Colangiuli.
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Approfondisci chiesa di San Francesco
Ti renderai conto di trovarti di fronte ad una delle più interessanti chiese locali del Settecento perché – per aspetti di carattere volumetrici e spaziali – offre all’occhio del visitatore uno splendido barocco rinascimentale. L’ampia facciata presenta un fastoso portale ed è alleggerita da un oculo e una finestra. Al suo interno noterai subito una pianta centrale con un’unica navata, una cupola e una profonda abside. Le colonne reggono gli architravi delle cappelle laterali, mentre decisamente armonica risulta l’articolazione delle volte. Per il lavoro di stucco il Colangiuli fece venire Carlo Cassino, architetto della città di Milano. È infatti da rilevare che in un’architettura come la sua, improntata sul disegno e sulla luce, gli stucchi – compito dei quali è anche quello di sottolineare i profili d’ombra diversi per porre in rilievo ampie superfici chiare – hanno una notevole importanza. Diverse e significative le opera d’arte tra cui un Crocifisso situato sull’altare maggiore, una delle più pregevoli sculture lignee del 1300. Di alto valore artistico anche un organo datato 1710, risalente alla scuola organaria di area napoletana. All’interno di questa chiesa, il 21 ottobre del 1861, la cittadinanza votò decidendo così l’annessione al Regno d’Italia.
Chiesa Santa Maria Amalfitana
Prossima alla storica piazza Garibaldi ammirerai uno dei fiori all’occhiello dell’architettura romanica pugliese. La chiesa di Santa Maria degli Amalfitani è attigua all’antico Oratorio di San Giuseppe, in parte demolito per dare visibilità anche alla sua importante ed esterna zona absidale con la ricchezza dei vari decori. Vicine la biblioteca civica e la storica torre comunale con la sottostante “colonna infame”.
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Approfondisci chiesa di Santa Maria degli Amalfitani
Il prospetto principale è quello rifatto nel XVIII secolo, ma al suo interno si coglie tutto il fascino di uno dei più interessanti ed armonici esempi di stile romanico pugliese. Secondo la tradizione, innalzata su una preesistente cripta basiliana nel XII sec, da cui trae il nome, ad opera di alcuni marinai amalfitani (salvi miracolosamente da un naufragio), la chiesa venne intitolata per voto alla Madonna. Oggi si presenta a pianta basilicale ed è divisa da tre navate, che conducono alla rigorosa essenzialità dell’abside. Ammirerai poi una serie di archi slanciati che legano le colonne una all’altra e i differenti capitelli dai profili peculiari del romanico. Dal suo interno si accede, attraverso una scala posta nella navata destra della chiesa romanica, alla cripta che è preceduta da un sepolcreto di epoca più recente. Per l’assenza di divisione tra naos e bema si riconduce questo luogo ad un ambiente religioso cristiano occidentale. Del corredo parietale originario resta soltanto un frammento di icona di San Nicola con storie della sua vita, mentre gli altri affreschi visibili sono del Settecento. Nel XVIII secolo la struttura architettonica sovrastante, tutta in muratura, subì diversi interventi che la imbarocchirono. Nell’antica cripta scorgerai ancora tracce di affreschi anonimi sulla vita di San Nicola ed altre decorazioni. Da notare, esternamente, la ricchezza dei decori delle tre absidi: colonne, capitelli, fasce arcuate, sculture.
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