Chiesa del “Purgatorio” | Palazzo Palmieri | Chiesa dei Santi Pietro e Paolo | Chiesa di San Giovanni | Chiesa di S. Vito | Chiesa di San Salvatore | Santa Maria della Zafarra
PER CHIESE
Sarà un viaggio davvero affascinante quello che ti porterà a scoprire i segni dell’arte sacra in una città in cui la Chiesa ha avuto nella sua storia un ruolo molto importante e di potere. Non è un caso se nel centro storico si registra un’ alta concentrazione di chiese, una quasi vicino all’altra. Se ne contano oltre una ventina tra luoghi chiusi e aperti al culto.
Chiesa di San Leonardo
Partendo da un altro “scrigno” di significativa importanza per conoscere la storia religiosa e i suoi segni nella arte, ossia la chiesa di S. Leonardo, potrai cominciare un altro percorso più nel cuore del centro storico che ti porterà ad apprezzare luoghi di culto pregni di cultura e di spiritualità.
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Nei dintorni (mappe)
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Approfondisci San Leonardo
Una visita alla chiesa di S. Leonardo resta una di quelle soste irrinunciabili per cogliere fino in fondo i segni più significativi dell’arte sacra locale. La costruzione dell’edificio, conclusasi nel 1745, fu curata dal noto architetto salentino Mauro Manieri, che fu pure scultore e pittore. Un artista conosciuto per la realizzazione della facciata del Duomo di Taranto. Interessante è questa graziosa chiesa per il suo prospetto a due ordini, ionico e corinzio, in cui coglierai gli interventi apportati proprio dal Manieri. Una facciata arricchita da un pregiato portale mistilineo con festoni e nicchia in cui è inserito il busto di S. Leonardo tutto in stile tardo barocco in cui si è evidente lo stile del Manieri e della sua bottega. Bello il suo modo di accordare le forme classiche con l’inventiva delle sagome e dei fregi. E poi i semiarchi arcuati di un frontone appena accennato per lasciare alla finestra dell’ordine superiore, e al suo fastigio, lo spazio e la luce che meritano. All’interno si sviluppano una singola navata, con piccole cappelle ai lati, e un’ampia cupola. Il capolavoro è il soffitto che unisce, alle agili e ondeggianti crociere, la luminosità raffinata degli stucchi. Nella zona presbiteriale coglierai subito la presenza di dipinti dei secoli XVI e XVII, di scuola veneta e napoletana. L’altare maggiore, di fattura napoletana, è attribuito alla bottega di Aniello Gentile. Pregevole e risalente alla seconda metà del XVIII sec. la porticina del tabernacolo del Santissimo, in argento e raffigurante un pellicano. In realtà qui tutto è pregiato: dalle maioliche del pavimento sotto l’altare maggiore ai coretti sugli archi delle cappelle, muniti delle grate, dietro le quali le monache di clausura assistevano alle sacre funzioni. Lungo il matroneo sono esposti circa duecento oggetti sacri facenti parte di una raccolta museale. La chiesa è costruita sull’antica cripta di S. Michele Arcangelo in cui, secondo la tradizione, predicò l’apostolo San Pietro, passato da Monopoli intorno all’anno 43 d.C.
Chiesa di Santa Teresa
Dalla chiesa di S. Leonardo, facendo rotta verso la chiesa di Santa Teresa, ti troverai al centro di piazza Palmieri. Qui sarai prossimo ad una delle tante chiese chiuse del “paese vecchio”: quella di S. Pietro e Paolo, S. Giovanni, S. Maria della Zaffara,S. Salvatore e San Vito. Grandi e piccoli scrigni che custodiscono tracce di pietà popolare ed arte.
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Approfondisci chiesa di Santa Teresa
Nel centro antico di Monopoli, sulla sinistra di via santa Teresa, è collocata la chiesa di Santa Teresa. La riconoscerai subito per la sua alta cupola absidale, individuabile da vari punti del centro storico e di certo la più grande della città. Una chiesa risalente al XVIII secolo che presenta un convento annesso dove risiedevano le suore teresiane. La sua bella facciata è in stile barocco con un gioco di concavità e convessità che ti rapisce. La struttura interna è a croce latina, dunque vi è un’unica navata con interessanti cappelle laterali. Un aspetto fortemente caratterizzante interno, e di primo impatto, è il bianco delle pareti. Gli unici tocchi di colore derivano dalle tele, dagli altari e dagli scuri e austeri confessionali. Ricordiamo anche due bellissimi loggiati, quello di sinistra utilizzato per la cantoria e quello di destra per l’organo, oggi nell’Oratorio della Cattedrale. L’altare principale era originariamente in tufo e poi fu sostituito con uno in marmo, dietro il quale, al centro dell’abside, è visibile la grande tela della Maria Santissima tra i Santi, opera di Ignazio Montella. I busti lignei nella parete centrale dell’abside sono due reliquari in effige di S. Giovanni della Croce e S. Teresa d’Avila. Molti dei quadri qui presenti provengono dalle chiese dei S.S. Pietro e Paolo e di S. Salvatore. Dalla prima derivano il Martirio di S. Pietro, opera che ricorda il S. Pietro a testa in giù sulla croce di Guido Reni e la grande tela dei due Santi, risalente al 1635. Dalla seconda chiesa derivano la Cena di Emmaus, del 600′, un grande crocifisso ligneo del XV-XVI secolo e due tele del napoletano Andrea Miglionico.
Chiesa del Purgatorio
La scorgerai lungo la stradina che costeggia la Cattedrale e che ti guida verso la “Porta vecchia”. Da secoli è all’ombra del campanile della Cattedrale in via Nicodemo Argento. Come non rimanere in contemplazione dinanzi al suo ricco portale e portone in legno. Non sarà difficile incrociare piccoli assembramenti di persone che, dinanzi ad un finestra, incuriositi, provano a scorgere dall’esterno i corpi disidratati di alcuni confratelli, per i quali spesso la chiesa è detta dei “morti in piedi”
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Approfondisci chiesa del Purgatorio
È detta comunemente chiesa “del Purgatorio” (in realtà è dedicata alla Natività di Maria Vergine), perché voluta dalla confraternita di Santa Maria del Suffragio dopo il crollo del campanile della vicina Cattedrale nel 1681. Edificata tra la fine del XVII sec. e gli inizi del XVIII sec., in stile barocco la chiesa all’esterno si presenta con una interessante facciata a due ordini. Rimarrai esterrefatto dinanzi al portale ligneo del 1736 con statua di San Michele e mostre decorate con teschi e porta in legno a riquadri istoriati con al centro l’effige di due scheletri. I pannelli della porta, nella zona superiore, ti mostrano i simboli del potere e, nella zona inferiore, gli strumenti del lavoro. A spianare e a far diventare orizzontale la piramide sociale è la morte, effigiata dai due scheletri centrali, che sono l’uno lo specchio dell’altro. Insomma tutto il prospetto è un “trionfo della morte”. All’interno la chiesa si presenta a croce latina con cupola e con un altare maggiore in pietra leccese realizzato da Pasquale Simone (databile intorno a metà del ‘700), interessante per le ricche decorazioni barocche. Ospita un’opera importante con “Anime purganti” dell’artista di Paolo De Matteis risalente agli inizi del ‘700. Troverai, inoltre, delle opere molto belle di Domenico Carella, mentre l’altrettanto bella cantoria ospita un organo settecentesco, opera di Felice Scala. In alcune teche di una stanza annessa al chiesa si trovano dei corpi disidratati (non imbalsamati) di confratelli risalenti ai secc. XVIII e XIX. È questa la testimonianza che si fa storia di alcuni confratelli, morti tra il 1772 e il 1832, che decisero di consegnare i propri corpi all’eternità attraverso un misterioso processo di disseccamento naturale all’epoca in auge nel Regno di Napoli. Corpi disidratati che vestono la mozzetta listata a lutto, ossia nera, con le fiammelle rosse alla base che stanno ad indicare le fiamme del Purgatorio.
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