Il “porto vecchio” sembra essere la vera casa dei “vozz”. Così sono chiamati in dialetto i gozzi, tipiche imbarcazioni locali. Infatti, presso questa antica insenatura, una delle varie cale del porto, trovano dimora queste piccole barche a remi, con una lunghezza che va dai 3,5 metri ai 4,8 metri. Sarai ammaliato dai loro tipici colori celeste e rosso o dai nomi che gli vengono attribuiti dai pescatori: spesso intitolati a santi, madonne, famigliari o altro. Alcuni sono ancora dotati delle antiche lampare. Entusiasmante sarà avvicinarti a queste “opere d’arte” di artigiani locali conosciuti come “maestri d’ascia”.
Sarà bello ammirarli anche nel loro letargo invernale – quando per ripararli dalle intemperie – vengono qui accuratamente ricoperti di vecchie coperte e piumoni. È questa del “porto vecchio” una cala molto presente nell’immaginario collettivo di tanta gente del posto e non solo. È qui che – secondo la tradizione – sarebbe approdata l’icona della locale protettrice e dove un tempo avveniva la rievocazione di questo evento religioso.
È di certo uno degli scorci più fotografati dell’intera area portuale. Qui sarai rapito dalle tante sfumature delle civiltà marinara, dai suoi profumi e dalla sue vive tradizioni. Ad un certo punto avvertirai il bisogno, nel corso della passeggiata, di una piacevole sosta per contemplare l’intero scorcio su cui insiste il vicino palazzo “Martinelli Meo-Evoli” e dove coglierai una certa animazione legata all’attività dei pescatori. Più in là il castello con il vicino faro rosso: quest’ultimo sembra fargli da “sentinella” di guardia. Una certa attenzione ai particolari ti servirà per conoscere e riconoscere più da vicino i segni di una civiltà e di una Monopoli che esprime la sua chiara vocazione fortemente legata al mare.