Concerti letterari con Paolo PANARO, voce narrante
Angelo DE LEONARDIBUS, baritono
Produzione Diaghilev srl
29 / 31 luglio
Ore 19.00 | contrada Conchia, 298 |MONOPOLI presso “lama degli ulivi” dei VIVAI CAPITANIO
Il progetto
A partire dalla caduta dell’Impero Romano per oltre un millennio, le nostre coste meridionali sono state il punto d’approdo , di scontro e di scambio fra le grandi religioni monoteiste. Cristianesimo, ebraismo e islamismo hanno formato il carattere dei meridionali, condizionandone paesaggi e città.
Il progetto “Angeli e Domoni” è articolato in letture sceniche che vedranno impegnati l’attore e regista, Paolo Panaro, e il baritono e musicologo, Angelo De Leonardibus. Appuntamenti di musica e di letteratura, perfettamente coerenti con le varie voci che hanno caratterizzato, per oltre un millennio, la storia della Puglia. Un viaggio nelle parole e nella musica di quegli innumerevoli uomini che, pur vivendo da questa parte del mare, guardano al vicino Oriente come la loro vera patria. Pellegrini, viaggiatori, mercanti, poeti, studiosi, scienziati, mistici, banditi, pirati e sacerdoti dei vari culti: il mondo rupestri, la civiltà della pietra, la devozione sotterranea ha fatto da sfondo a questa incredibile e variegata umanità.
Venerdì 29 luglio
“VITA, MORTE E MIRACOLI DELL’ILLUSTRISSIMO S. NICOLA”
La narrazione è incentrata sulla tradizione della traslazione e della venerazione delle ossa di San Nicola di Myra (poi di Bari). La devozione per il Santo nasce sulla costa della Turchia, ma presto si diffonde a Bisanzio per poi svilupparsi nel resto d’Europa fino agli estremi lembi della Russia ortodossa. Fra le due sponde dell’Adriatico non c’è leggenda comune più famosa e amata di quella dell’Hyperagios (il super-santo). Ancora oggi, San Nicola è l’unico santo in grado di compiere il miracolo del riavvicinamento tra la Chiesa Cattolica e Ortodossa, divise dallo scisma di quasi mille anni fa. Il racconto della vita del Santo viene presentato nella cornice storica dell’epoca: un mediterraneo ancora largamente pagano; un impero diviso tra Roma e Bisanzio; il crescente estremismo dei primi cristiani a danno della antiche religioni; l’eclissarsi di un mondo antichissimo a favore di una visione dell’esistenza basata sul divino giudaico-cristiano. Ma il miracolo più grande del Santo è sicuramente l’avventurosa traslazione delle sue ossa dalla Licia di Puglia. Bari, città aperta agli ebrei, ai mussulmani, ai popoli del nord dell’Europa e alle genti del Mediterraneo, costruirà sulle miracolose reliquie del Santo di Myra uno dei più grandi e famosi templi del medioevo tra romanico e gotico. In questo spettacolo, miti leggende, eventi storici e realtà contemporanee vengono messi in scena nello spirito di un confronto culturale viva e di una contaminazione dinamica e fruttuosa. La tecnica del teatro di narrazione, il cunto meridionale e l’arte dei canterini lombardo-veneti, vi hanno un ruolo centrale. Con l’interpretazione del’attore-narratore si alternano e integrano nello sviluppo del racconto inni e canti delle tradizioni liturgiche e popolari orientali ed occidentali.Il repertorio che “accompagna “ lo svolgersi delle vicende narrate è un misto di brani vocali liturgici e popolari della tradizione occidentale e ortodossa frutto di un’originale e attenta ricerca filologica. Tra di essi il più antico inno cristiano esistente, in greco, conservato nel papiro di Ossirindo (III – IV se d.C.), invocazioni litaniche di antico inglese del XII sec., cantillazioni liturgiche in russo, laude in italiano volgare dei laudari medievali (XIII sec), antifone e responsori latini dai manoscritti della Cattedrale di Bari (XIII sec.). Una riprova “sonora” della fama del Santo e dell’ampia diffusione del suo canto sin da primi tempi e in ogni dove.
Sabato 30 luglio
“CONFESSIONI ESTATICHE” ( da Martin Buber)
Sorta di “breviario” di mistica in cui si raccolgono le esperienze di uomini e di donne e donne delle più diverse estrazioni. In una materia difficile, Buber conserva lo sguardo preciso, quando si rifiuta di spiegare la mistica “dal punto di vista psicologico, fisiologico o patologico” non volendo proporre gradini e supremazie nella vita dello spirito con l’affermare che mistica è la suprema attività spirituale dell’uomo. Essa lo è ma nel senso più semplice: non perché essa sia più nobile della filosofia o della letteratura o dell’arte – ma per il fatto che il mistico attraversa con violenza quasi demoniaca il territorio della filosofia e della letteratura, della religione, della morale e dell’estetica, lacera, lo spezza, ed esce ad di sopra, in quel lago infinito dell’anima che egli solo conosce. Le grandi religioni monoteistiche sono religioni del soffio, della voce – che – chiama (C. Bologna). Il canto come richiamo divino, richiamo al divino, pronuncia del Nome mistico, uscita dal corpo-voce e dell’anima dal corpo-voce, estasi e unione del pronunciante e del Pronunciato. Dal canto delle tradizioni ebraiche al canto gregoriano dei cattolici, al canto dei cristiani ortodossi, al canto delle chiese riformate e protestanti, al canto dei sufi islamaici: differenti espressioni di un’unica radice nella chiamata abramitica, come di un unico afflato dello spirito umano alla ricerca dell’Assoluto in ogni tempo e luogo.
Domenica 31 luglio
STORIE STRAORDINARIE DI ANGELI E DOMONI
La percezione della propria dipendenza da poteri sovraumani sentiti come personali e così sussiste una relazione bilaterale che è espressione propria di ogni religione. “Angeli e demoni” scopre il modo nel quale quel sovraumano, le sue forze, i suoi poteri si manifestano. I fenomeni naturali, quelli dell’interiorità sono la sede di questi “incontri”. Nell’Apocalisse di San Giovanni si legge: “Avvenne una guerra nel Cielo: Michele e i suoi angeli combattevano con il Dragone. Il Dragone combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in ciascuna terra, fu percepito sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli”.
Di questa lotta tra demoni celesti e inferi sono testimonianze, racconti, storie e leggende. L’incontro tra l’umano e il divino ha ancora il sapore dell’inatteso, del prodigio, della meraviglia, dello straordinario. Segue il percorso dei racconti il canto che per la sua purezza ed estaticità è divenuto a buon dire canto ufficiale del cattolicesimo occidentale.
INGRESSO LIBERO
Per info e prenotazioni Ufficio IAT: Tel. 0804140264