OUTDOOR, MA NON SOLO!

Dal 6 agosto al 1 novembre 2021 torna a Monopoli in Puglia
VI edizione di PhEST – See Beyond the Sea
festival internazionale di fotografia e arte
 
IL CORPO
 
31 mostre di fotografia, arte contemporanea, street art
Progetto speciale sul territorio commissionato a Mustafa Sabbagh
Intervento di Street Art con Eron e Danijel Žeželj sul muro dell’Ex Deposito Carburanti
A Cala Porta Vecchia una mostra su piattaforme galleggianti e una sottomarina di sculture di Turroni da visitare con gli occhialini mentre si fa il bagno

#PHEST2021
 
Dal 6 all’ 8 agosto tre giorni di inaugurazione con visite guidate con gli artisti, letture portfolio, talk, videoproiezioni, laboratori, workshop ed eventi speciali.
Da mattina a sera.

Il 6 agosto prende il via – con la forza di andare oltre l’ostacolo senza mai perdere la propria identità – la VI edizione di PhEST – See Beyond the Sea, il festival internazionale di fotografia e arte che torna ad animare il centro di Monopoli, della Puglia e del Mediterraneo e da qui volge il suo sguardo a tutto il mondo.

Il momento che stiamo attraversando ci spinge a riprendere in mano le nostre vite, i nostri luoghi, i nostri progetti, i nostri affetti. L’emergenza sanitaria ha certamente condizionato la progettazione di PhEST e dobbiamo quindi ringraziare quanti, tra mille difficoltà, ci hanno messi nella condizione di “riprendere in mano” quello che è ormai uno degli appuntamenti più attesi del Comune di Monopoli e della Regione Puglia.

Una VI edizione che si preannuncia irrinunciabile, con 31 mostre allestite tra spazi esterni e interni, e sicura per tutti, nel massimo rispetto della normativa Covid.

Tutti i lavori selezionati con cura dal direttore artistico Giovanni Troilo e dalla curatrice fotografica, Arianna Rinaldo, creeranno un percorso in grado di stupire il pubblico e al tempo stesso condurlo a interrogarsi e riflettere sul tema scelto per quest’anno: Il Corpo. Il nostro presente è stato invaso, sfiancato, marchiato da virus, spettri, distanze, assenze. In questo tempo storico dove tutto si è riconfigurato per far fronte alla calamità, anche i nostri corpi mutano. Se la nostra vita è cambiata bruscamente, anche il nostro corpo deve aver subito delle trasformazioni profonde. Il salto evolutivo che stiamo vivendo ci ha costretto a scendere a patti con l’immaterialità della rete, la lontananza dei corpi, l’urgenza di prendersi cura di sé, la responsabilità di accudire il nostro corpo sociale. Questa presa di coscienza è stata coltivata da movimenti d’opinione come #BlackLivesMatter, #MeToo, #DDLZan ma è innegabile che abbia subito un’accelerazione esponenziale con la pandemia.

“Il tema del corpo, immaginato qualche anno fa per questa edizione, si è rivelato particolarmente attuale – spiega il direttore artistico Giovanni Troilo – La migrazione dei corpi verso il mondo immateriale della rete, accelerata dalla pandemia, ha rivelato la estrema fragilità del corpo ma anche la sua necessarietà. Uomo e corpo di nuovo insieme, inesorabilmente. Il mio corpo, spietata topia, ripeterebbe Foucault. Trappola, condanna, ma sempre punto di partenza per ogni esplorazione, per ogni utopia”.

Dal 6 agosto al 1° novembre i visitatori del centro storico di Monopoli potranno godersi le mostre di alcuni dei più quotati fotografi contemporanei che con la loro arte andranno a cesellare uno dei luoghi più incantevoli del Mediterraneo. Più di 30 artisti internazionali colmeranno le vie, gli antichi palazzi (e gli occhi degli spettatori) con la loro arte. Un QR code sui pannelli di presentazione degli allestimenti offrirà contenuti extra ai più curiosi. L’antico Palazzo Palmieri, perla tardo barocca della città, sarà sede di alcune delle principali mostre della manifestazione ma sono numerosi i luoghi che si presteranno ad essere abitati dalle creatività degli artisti: la chiesa sconsacrata di SS Pietro e Paolo, la piccola chiesa di San Salvatore, la deliziosa Piazzetta Santa Maria, il molo Margherita, i frangiflutti sul lungomare Santa Maria, l’area dello skate park, il Belvedere e l’isolotto di Cala Porta Vecchia, l’antica muraglia e il Porto Vecchio che ospiterà Corpus Fugit, progetto speciale annuale dedicato al corpo, commissionato all’artista italo-palestinese Mustafa Sabbagh. E ancora, le acque cristalline di Cala Porta Vecchia con una mostra su piattaforme galleggianti e un originale allestimento sul fondo marino.

Oltre che a Palazzo Palmieri, sede ufficiale della biglietteria, anche all’Info Point turistico in piazzetta Garibaldi si possono trovare aggiornamenti sulle mostre, gadget esclusivi e percorsi consigliati. E, se avete paura di perdervi, non vi preoccupate. In giro per la città non mancherà la segnaletica stradale, orizzontale e verticale, con il giallo PhEST che indicherà ai visitatori la direzione da seguire per non tralasciare nessuna delle mostre, indicando anche la giusta distanza da mantenere per godere al meglio della loro visione oltre che fruirne in sicurezza rispettando la normativa anti-Covid19.

LE GIORNATE INAUGURALI

Nei tre giorni di inaugurazione, dal 6 all’8 agosto, da non perdere le visite guidate con distanziamento con alcuni degli artisti che hanno espresso il desiderio di incontrare il proprio pubblico, e numerosi eventi speciali: letture portfolio, laboratori, talk e tavole rotonde, videoproiezioni e METAMOR, lo spettacolare intervento di street art di Eron e Danijel Žeželj sui muri dell’Ex Deposito Carburanti.

Come ogni anno, le letture portfolio, tutte gratuite, si terranno nelle giornate di sabato 7 e domenica 8, sotto il cielo dell’androne di Palazzo Palmieri. Ospiti per questa edizione photoeditor di fama come Erik Vroons del magazine GUP, Elisa Medde di FOAM, Maurizio Beucci di Leica Akademie Italy, Luigi Vernieri di IED, Claudio Composti di mc2 Gallery, Federica Berzioli e Michela Frontino de Il fotografo.

Previsti per il sabato e la domenica alle 19,30 gli appuntamenti con le talk, con Maurizio Beucci di Leica Akademie Italy sulla fotografia personale di William Eggleston, Elisa Medde che racconterà la rivista FOAM e Sanne de Wilde con una talk sul Corpo. A seguire, per entrambe le giornate, le videoproiezioni all’aperto, a Largo Palmieri, con contenuti esclusivi dei partner internazionali LensCulture e GUP e delle call #ReunionCalling e PhEST Pop Up Open Call, una selezione di documentari di SKY Arte come quello tratto dalla serie Fotografi su Mustafa Sabbagh e dalla nuova docuserie Le fotografe dedicato a Simona Ghizzoni – Tutto Parla Di Me. Oltre che una selezione di episodi tratti dalla docuserie Why do we dance? (Dance – Perché balliamo): “Storie” e “Identità”.

Per quanti poi volessero prendere parte a opportunità di workshop, PhEST propone Humanæ – Self-portrait workshop, il work in progress fotografico dell’artista Angélica Dass: un riflesso insolitamente diretto sul colore della pelle abbinato al pallet industriale Pantone® che mette in discussione le contraddizioni e gli stereotipi legati al problema della razza (appuntamento sabato 8 alle 17.00 sotto il cielo nel chiostro della Chiesa di SS. Pietro e Paolo).

Superfotocolla è invece un laboratorio, pensato e sviluppato da Roberto Boccaccino e Minimum Studio per bambini dai 10 ai 12 anni, che utilizza il ritratto fotografico come strumento di creatività.  Tre giorni di incontri (venerdì, sabato e domenica dalle 16.00) che termineranno con un allestimento completamente autoprodotto dai ragazzi alla Biblioteca Rendella.

Il Progetto PhEST – festival internazionale di fotografia e arte a Monopoli – VI Edizione è realizzato dall’associazione culturale PhEST, nell’ambito del “FSC 14-20: PATTO PER LA PUGLIA. INTERVENTI PER LA TUTELA E VALORIZZAZIONE DEI BENI CULTURALI E PER LA PROMOZIONE DEL PATRIMONIO IMMATERIALE. CUSTODIAMO LA CULTURA IN PUGLIA 2021 – Misure di sviluppo per lo spettacolo e le attività culturali”. Anche quest’anno il Festival ha ricevuto il sostegno del Comune di Monopoli e il patrocinio di numerosi soggetti istituzionali, a partire da PugliaPromozione, Fondazione Apulia Film Commission, Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale e Politecnico di Bari. E ci sono poi gli sponsor privati, Tormaresca, Volkswagen Zentrum Bari; Torre Coccaro, Acqua Orsini, Hevo, BCC Alberobello; le partnership culturali di LensCulture, GUP, Fondazione De Mitri, Sartoria, PHmuseum, Leica Akademie Italy, FIAF, Circulation(s), Il fotografo, Mneo, Camera service, PLD Artech; la media partnership di Sky Arte HD. I partner di PhEST sono anche: ASP Romanelli Palmieri, Palazzo Fizzarotti – Fondazione HEART, Associazione Minimum, Polo liceale di Monopoli, Istituto Compensivo Melvin Jones – Orazio Comes, Kublaiklan, SOUxOSTUNI – Officine Tamborrino, Associazione OTM, Dirockato, Kambusa, Gozzovigliando. Sponsor tecnici: Pubblicità & Stampa, Santa Maria 24, Torre Cintola, EPC Srl.

PhEST è fotografia, cinema, musica, arte, contaminazioni dal Mediterraneo. Nasce dalla necessità di provare a restituire una voce propria alle mille identità che compongono il mare in mezzo alle terre, e ridefinire un immaginario proprio e nuovo. L’area geografica di interesse, mai davvero restrittiva e sempre pronta a modificarsi, a estendersi, a focalizzarsi, coincide con la naturale panoramica di quello sguardo da qui, da Monopoli, dalla Puglia: il Mediterraneo, i Balcani, il Medio Oriente, l’Africa e oltre.

 I DETTAGLI SULLE 31 MOSTRE

Il fotografo italo-palestinese Mustafa Sabbagh è presente a PhEST con la mostra Onore al nero (Palazzo Palmieri), che si aggiunge al progetto commissionato Corpus Fugit (Porto Vecchio) eseguito durante la residenza dell’artista a Monopoli.

La serie di scatti intitolata Onore al Nero vuole superare il simbolismo negativo solitamente associato a questo colore generato dalla fusione dell’intero spettro che assorbe ogni frequenza luminosa. Il nero, sublimato, diventa quindi emblema dell’accoglienza e del perdono del peccato originale che tutti gli esseri umani condividono. Le immagini, in perfetto equilibrio tra realtà e finzione, sono un inno all’imperfezione e alle ossessioni che l’arte fa fiorire amplificandole sotto forma di domande universali.

Durante la settimana di lavoro in residenza, invece, Sabbagh ha fotografato gli adolescenti locali e non che frequentano la zona vicino allo skatepark di Porta Vecchia. I giovani sono stati ritratti con il mare sullo sfondo con indosso i costumi di genitori e nonni per “provare a mettersi nei panni degli altri” e, nonostante il lavoro sia stato eseguito sul territorio, trascendono il luogo e lo spazio, rispondono ad una necessità di essere ‘individui’, senza pregiudizi e omologazione, come invece viene suggerito dal simbolo consumistico diffuso.

Ecco anche Humanæ, un progetto fotografico in corso della pluripremiata artista brasiliana Angélica Dass qui in mostra sull’antica Muraglia di Portavecchia: una riflessione insolitamente diretta sul colore della pelle, che tenta di documentare i veri colori che contraddistinguono l’Umanità piuttosto che le false etichette “bianco”, “rosso”, “nero” e “giallo” associate alle diverse razze. Si tratta di un progetto “in progress” che ha lo scopo di dimostrare che ciò che definisce l’essere umano è la sua ineluttabile unicità e, dunque, la sua specificità.

 

Dall’artista statunitense Alicia Eggert arriva invece il progetto di arte contemporanea You Are (on) An Island, allestito sull’Isolotto a Cala Porta Vecchia. Il messaggio di questa insegna al neon è animato dalla parola “on” che lampeggia a intervalli regolari, trasformando un’affermazione inizialmente ovvia in un’indagine riflessiva e filosofica.

Due grandi masse dalla forma ovoidale depositate sul fondo del mare. Sono volti stilizzati dalle sembianze femminili in un dialogo silenzioso, arcaico, quasi cristallizzato nella materia fossile della scultura. Questo è il progetto Muse Silenti dell’artista Erich Turroni che si trova in fondo al mare nella suggestiva mostra subacquea a Cala Porta Vecchia. Nato a Cesena nel 1976, Turroni vive e lavora a Gambettola (FC). La sua ricerca artistica in ambito scultoreo e pittorico è caratterizzata dall’utilizzo di materiali e tecniche di origine sintetica e industriale, dal poliestere alla vetroresina ed altre materie plastiche.

Entrambe queste mostre sono a cura di Roberto Lacarbonara, così come quella di Roberto Pugliese, Equilibrium Variant, e quella di Tomaso Binga (in arte Bianca Pucciarelli) Alfabeto poetico monumentale (descritte nelle pagine seguenti).

Tadao Cern (Lituania, 1983) attualmente vive e lavora a Vilnius. Dopo la laurea in architettura ha iniziato a interessarsi di fotografia, e di altri media artistici. A Monopoli esporrà Comfort Zone, mostra marina su piattaforme galleggianti (Cala Porta Vecchia) realizzato sulle spiagge, luoghi in cui, secondo l’artista, si possono osservare gli esseri umani visti al microscopio e studiarne cultura e abitudini.

Allo skate park, torna una vecchia conoscenza del PhEST, già autrice di un progetto speciale due anni fa. Si tratta di Sanne De Wilde con The Island of the Colorblind. The Island of the Colorblind comprende tre tipi di immagini: foto digitali in bianco e nero “normali”, immagini a infrarossi e foto-immagini. Messe insieme formano tentativi metaforici di visualizzare il modo in cui le persone daltoniche osservano il mondo.

La fotografa italiana di base a Barcellona, Paola de Grenet (Milano, 1971), specializzata in ritrattistica e reportage, esporrà sul Belvedere di Porta Vecchia, Albino Beauty: ritratti di persone affette da albinismo che celebrano una bellezza di canoni distinti e vogliono eliminare gli stigmi a volte associati alla diversità. Il loro aspetto pallido e delicato e allo stesso tempo la loro condizione di minoranza riflettono come uno specchio quella che è l’idea di bellezza sublime di Paola de Grenet. É una storia di lotta tra silenzio e passione, tra piacere e dolore.

Due i lavori del giapponese Haruhiko Kawaguchi, in arte Photographer Hal: Flesh Love All (nella Chiesa di San Salvatore) e Flesh Love Returns (sul lungomare Santa Maria). Partendo dal presupposto che tutto il mondo si fonda sull’amore, l’artista ha avviato un progetto per confezionare sottovuoto diverse coppie, gli ambienti e i paesaggi intorno a loro. Non solo le coppie che si amano, ma anche tutto ciò che le circonda è confezionato sottovuoto. Tutte le cose che si amano diventeranno una sola, e il mondo sarà uno.

Sul lungomare Santa Maria troviamo poi Hidden Motherhood di Alena Zhandarova, giovane artista russa con un lavoro sui bambini e sulle madri che muove dall’epoca vittoriana in cui i bambini venivano spesso fotografati accanto alle loro madri, con queste ultime coperte, come se non fossero meritevoli di attenzione, soprattutto se paragonate al loro bambino. È quasi come se si venisse trasformati in un insieme di funzioni e si aspettasse di risvegliarsi e mostrare nuovamente il proprio volto. Ma chi deciderà quando sarà il momento, e la mano di chi rivelerà il volto?

Andando verso il Castello e il Porto Vecchio, all’inizio del molo Margherita, allestita a filo mare, ci sarà Weathering Time dell’artista visiva Nancy Floyd, selezionata tra i partecipanti al PHmuseum Photography Grant 2021, che usa la fotografia e il video per affrontare i modi in cui l’immagine può connettersi profondamente con l’esperienza e la memoria. Un calendario visivo composto da oltre 2.500 fotografie, le prime del 1982, che racconta la giovinezza fino all’inizio dell’età matura dell’artista con immagini che riflettono anche le esperienze della sua generazione e sottolineano i cambiamenti culturali, tecnologici e fisici che si sono verificati negli ultimi trentanove anni.

All’Ex Deposito Carburante è ancora in corso la performance degli street artist Eron e Danijel Žeželj, in residenza artistica per PhEST2021. METAMOR il titolo dell’opera, una danza lunga oltre 200 metri che rappresenta il ciclo della vita.

Il viaggio prosegue con gli scenari profetici di Phillip Toledano nel suo Maybe (Chiesa sconsacrata SS. Pietro e Paolo), progetto nato dopo l’improvvisa morte della madre nel 2006 che ha portato l’artista a riflettere sul futuro, divenuto improvvisamente spaventoso. È arrivato così a prendere lezioni di recitazione per imparare a muoversi come un vecchio di 90 anni o un uomo robusto di 55. E lavorando insieme a un esperto di protesi, ha realizzato immagini basate sulla sua ricerca. Ed è successo qualcosa di straordinario.

In Largo Palmieri spazio per il collettivo Kublaiklan x @fontanesi, account Instagram anonimo che conta più di 60 mila followers e tremila immagini pubblicate, che trasla il progetto @fontanesi dal piano virtuale allo spazio pubblico, per focalizzarsi sul corpo. Ogni immagine è composta dall’insieme di più foto, tagliate e poi assemblate insieme, dando vita a una raccolta di combinazioni visuali che inventano un nuovo quotidiano “per mostrare la realtà così com’è”.

A Palazzo Palmieri ci saranno ben 13 mostre divise tra androne, primo e secondo piano.

Qui si trovano 10 trittici della serie Ritratti reali di Mario Cresci: si tratta di una parte del progetto “L’Italia dei fotografi. 24 Storie d’autore” a cura di Denis Curti tenutasi presso M9-Museo del 900 di Venezia dal 22 Dicembre 2018 al 16 Giugno 2019. “Secondo uno schema narrativo caratterizzato da un restringimento del campo visivo e semantico (da un’immagine delle persone all’interno dei loro ambienti ad una delle loro mani), Cresci mette in risalto il ruolo delle fotografie come immagini/oggetti dotati di una biografia sociale che si dipana nel tempo, capaci, attraverso la loro interazione con uomini e donne, di riattivare i meccanismi identitari della storia e della memoria”.

Sempre qui anche Eliška Sky, artista e art director ceca che utilizza il mezzo fotografico per catturare le diverse forme di bellezza secondo la sua visione surreale. Il suo progetto Womaneroes sfida la visione del corpo della donna e offre nuovi modi di interpretare la femminilità: donne che non hanno paura di mostrare il proprio corpo in maniera giocosa, con ironia e leggerezza, in contrasto con lo stile pubblicitario proposto dai media occidentali.

Con Alfabeto poetico monumentale, Tomaso Binga, alter ego di Bianca Pucciarelli, rimette in questione, alla metà degli anni Settanta, i modelli estetici, sociali e culturali attraverso cui il corpo femminile era abitualmente rappresentato ed esposto. Un corpo che diviene adesso lettera, linguaggio, parola, assumendo così la dignità della scrittura e del messaggio, senza piegarsi alla costruzione simbolica di un immaginario esclusivamente fallocentrico, come nell’uso dell’immagine pubblicitaria.

Roberto Pugliese, napoletano residente a Bari, muove la sua ricerca tra sound art e arte cinetico/programmata. Attraverso dispositivi meccanici e software di interazione tra uomo, ambiente e macchina, le opere indagano fenomeni formali ed estetici legati al suono, processi acustici e visivi e connessioni tra dimensione naturale e artificiale. In Equilibrium Variant, affronta un fenomeno acustico nell’ambito della cibernetica: questo rende i movimenti estremamente armonici e naturali e i bracci assumono caratteristiche comportamentali riconducibili a organismi viventi come per esempio quelle di due animali che si corteggiano o duellano. Il sistema dunque si trasforma in un organismo biomeccanico che vive di vita propria e reagisce alle condizioni esterne.

Sempre su tematiche tecnologiche, il potente Capture di Paolo Cirio, che denuncia usi e abusi delle tecniche di riconoscimento facciali.

E ancora ecco I Want to Believe, l’ucronico progetto del fotografo David Vintiner e della scrittrice Gem Fletcher. Il transumanesimo è la convinzione che gli esseri umani siano destinati a trascendere la propria carne mortale attraverso la tecnologia. Sebbene queste idee vivano già da lungo tempo nelle pagine dei fumetti e dei romanzi di fantascienza, questo movimento, che ora è una realtà, sta iniziando a sconvolgere in modo significativo l’industria e gli individui. Gli umani ora sono Déi. Ora siamo in grado di creare e progettare la nostra evoluzione personale, ma abbiamo anche una lungimiranza tale per farlo nel modo giusto?

La fotografa e scrittrice cinese Yufan Lu presenterà invece il suo Make Me Beautiful nato dall’analisi dei dati secondo cui in Cina, oltre 20 milioni di persone si sono sottoposte a interventi di chirurgia estetica e questo numero è in continuo aumento. L’artista ha deciso di utilizzare la fotografia per esplorare i meccanismi dietro questo fenomeno e come strumento terapeutico contro il self-body shaming (ovvero la tendenza a denigrare e a provare vergogna per il proprio corpo).

A Palazzo Palmieri ci sarà anche Uncanny, collection di sorprendenti video 3D di Esteban Diácono, motion graphics designer di Buenos Aires, Argentina, che propone animazioni tra l’assurdo e il surreale che indagano le paure più profonde dell’animo umano.

Nella serie State of Identity l’olandese Milan Gies ritrae chi è alla ricerca della propria identità di genere e sta attraversando una fase di transizione fisica. In cerca di una risposta, l’artista registra in maniera rispettosa dubbi e incertezze di questi giovani che si espongono letteralmente e metaforicamente per la prima volta. Nel farlo, li rimuove dalla loro vita quotidiana e li fotografa in un ambiente monocromatico. Il lavoro di Milan Gies consiste principalmente di studi ritrattistici e studi scultorei. È affascinato dal “corpo narrativo”, dal modo in cui le esperienze, il dolore e la complessità lasciano il segno.

E ancora, Piero Percoco con il progetto Furia, con l’art direction di Paola Nerilli, presenta un originale allestimento su un tavolo da pranzo per il lancio del rosato di Tormaresca. Un’idea che nasce dalla voglia di lasciarsi alle spalle i tempi cupi di un inverno pandemico tornando all’aperto per godere di meravigliosi colori e molteplici sapori la cui abbondanza supera i nostri bisogni per provare a ritrovare, così, anche il gusto di una spensierata quanto dimenticata convivialità da vivere in rassicuranti ambienti rurali, lontano da quegli spazi urbani in cui siamo stati costretti ad isolarci per troppo tempo.

E a Palazzo Palmieri ecco anche #ReunionCalling, nata durante la scorsa primavera, quando PhEST ha pensato di provare almeno virtualmente a riunire, a tenere le persone, separate dalla pandemia, attraverso una social photo-call per raccogliere immagini in cui, con diversi tipi di “collage” è stato chiesto ai partecipanti di dare vita a possibili e desiderati ricongiungimenti.  Un’idea nata da una storia che ha inizio a Tricarico (Matera) alla fine degli anni ’60 quando, Mario Cresci, con un incarico legato al piano regolatore della città, entra nelle case delle famiglie del luogo, per scattare loro dei ritratti: “Ritratti Reali”, anche essi in mostra a PhEST2021. #ReunionCalling, con un gesto creativo catartico e nostalgico allo stesso tempo, racconta storie di ricongiungimento future, immaginate e immaginarie. Più di 400 immagini di ricongiungimenti sono state condivise su Instagram e Facebook con l’hashtag #ReunionCalling e diventati così una moderna cartolina in viaggio sulla rete, capace non solo di alleviare il tempo dell’attesa, ma di strappare un sorriso a chiunque si imbatta in quel messaggio, mai come in questa pandemia, così universalmente condiviso. 33 immagini sono state scelte per la mostra a PhEST 2021.

Sempre a Palazzo Palmieri, infine, verranno ospitate anche le mostre del vincitore residente in Puglia e il vincitore internazionale della Pop-Up Open Call di quest’anno, sempre sul tema Corpo, realizzata in partnership con LensCulture e in collaborazione con Leica Akademie Italy.

Una selezione dei lavori finalisti darà vita alla mostra PhEST Pop-Up Open Call sui fragiflutti sottostanti il lungomare Santa Maria. Rivolta a tutti gli artisti che lavorano con qualsiasi medium e linguaggio artistico (alla fotografia all’illustrazione e all’immagine in movimento), la call ha raccolto più di 500 progetti, per un totale di 5000 immagini, da 56 Paesi da tutto il mondo, che esplorano il Corpo in tutte le sue declinazioni di significati attraverso un sguardo profondo e intimo.

In piazzetta Santa Maria sarà allestita una postazione selfie che accoglierà chiunque voglia (auto-)scattarsi una foto nell’atto di un bacio. Parafrasando un famoso slogan francese (ndr), per PhEST “ogni bacio è una vita che riprende” e con il progetto interattivo Kiss! si invitano tutti i visitatori a catturare con una foto un bacio e a condividerlo sui social con l’hashtag #KissForPhEST. Una stampante portatile, trasporterà lo scatto dal digitale al reale realizzando una piccola Polaroid cartacea da portare con sé. Dal reale al digitale e poi di nuovo al reale: il bacio diviene gesto condiviso e di augurio, che non possano mancare mai (più). Abbracciarsi, stringersi la mano, baciarsi. Questi sono alcuni dei tanti semplici gesti a cui abbiamo dovuto rinunciare. Sì, soprattutto i baci sono mancati: quelli teneri dei nonni, di sincero affetto degli amici e anche quelli d’amore, strappati per strada.

Infine, con una passeggiata di poco meno di 10 minuti si raggiungerà la nuovissima sede espositiva di circa 400mq nell’Ex Deposito dei Carburanti, che ospiterà la mostra sui primi 5 anni di PhEST.

Informazioni utili

APERTURA AL PUBBLICO
Dal 7 agosto al 1 novembre
OUTDOOR: 16 MOSTRE SEMPRE APERTE A INGRESSO GRATUITO
INDOOR: 15 MOSTRE APERTE AL PUBBLICO CON BIGLIETTERIA

L’accesso alle mostre indoor sarà consentito esclusivamente a chi è provvisto di Green Pass.
Le mostre in interni presentano, purtroppo, limitazioni di accesso per i disabili.

Orari aggiornati

Dal 21 settembre al 3 ottobre:

Palazzo Palmieri: 13 MOSTRE
10-13 | 17-20 dal martedì al venerdì
10-13 | 16-20 sabato e domenica
Chiuso il lunedì
INGRESSO CON BIGLIETTERIA

Chiesa di SS. Pietro e Paolo: 1 MOSTRA
10-13 | 17-20 dal martedì al venerdì
10-13 | 16-20 sabato e domenica
Chiuso il lunedì
INGRESSO CON BIGLIETTERIA

Chiesa di San Salvatore: 1 MOSTRA
10-13 | 17-20 dal martedì al venerdì
10-13 | 16-20 sabato e domenica
Chiuso il lunedì
INGRESSO CON BIGLIETTERIA

Ex deposito carburanti:
LUN : chiuso
MAR: chiuso
MER – GIO – VEN : 17-21
SAB – DOM : 9-13 | 17-21

INGRESSO A TUTTE LE MOSTRE
Valido fino al 1 novembre 2021
BIGLIETTO INTERO: 6 EURO
BIGLIETTO RIDOTTO: 4 EURO – Gruppi di 10 persone, studenti, soci FIAF, residenti del Comune di Monopoli
SCOLARESCHE: Dal 20 settembre al 1 novembre – Prenotazione info@phest.it – 2€ per studente incluso visita guidata
INGRESSO GRATUITO: Under 14 e giornalisti con tesserino (previo contatto con info@milaufficistampa.it)
 
Con il sostegno di
“FSC 14-20: PATTO PER LA PUGLIA. INTERVENTI PER LA TUTELA E VALORIZZAZIONE DEI BENI CULTURALI E PER LA PROMOZIONE DEL PATRIMONIO IMMATERIALE. CUSTODIAMO LA CULTURA IN PUGLIA 2021 – Misure di sviluppo per lo spettacolo e le attività culturali”
E di
Comune di Monopoli
Patrocini
PugliaPromozione, Fondazione Apulia Film Commission, Politecnico di Bari e Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale
Main Sponsor
Tormaresca, Volkswagen Zentrum Bari
Sponsor
Torre Coccaro, Acqua Orsini, Hevo, BCC Alberobello
Partnership culturali
LensCulture, GUP, Fondazione De Mitri, Sartoria, PHMuseum, Leica Akademie Italy, FIAF, Circulation(s), Il fotografo, Mneo, Camera service, PLD Artech
Media Partner
Sky Arte HD
Partner
ASP Romanelli Palmieri, Palazzo Fizzarotti – Fondazione HEART, Associazione Minimum, Polo liceale di Monopoli, Istituto Compensivo Melvin Jones – Orazio Comes, Kublaiklan, SOUxOstuni – Officine Tamborrino, Associazione OTM, Dirockato, Kambusa, Gozzovigliando
Sponsor tecnici
Pubblicità & Stampa, Santa Maria 24, Torre Cintola, EPC Srl

Per info: www.phest.it

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